BIO ON – L’inchiesta continua
Anche per il caso Bio.On come in ogni occasione in cui vengono minacciati il risparmio ed i risparmiatori, Adusbef è estremamente vigile.
In sede penale, nei prossimi giorni verranno depositate le prime nomine delle persone offese (azionisti risparmiatori) nel procedimento in corso presso la Procura della Repubblica di Bologna, in modo da poter seguire da vicino ogni vicenda, informare gli associati ed intraprendere ogni opportuna azione.
Per la questione civilistica, dopo la nomina dell’Amministratore Giudiziario operata dal Tribunale civile di Bologna, che ha revocato il precedente CDA, volta a «verificare la situazione complessiva - contabile, economica e finanziaria - della società», si resta in attesa che si operi la «predisposizione di un nuovo bilancio che contenga la rappresentazione fedele e corretta dell’esercizio, qualora emerga l’esigenza di procedere alla necessaria rettifica di quello più recentemente depositato». A seguito di questa verifica, si potranno valutare eventuali azioni giudiziarie anche in sede civile.
Adusbef invita tutti gli interessati alla vicenda a prendere contatto con i propri sportelli territoriali, per costituirsi nei procedimenti in corso o anche, più semplicemente, per portare all’attenzione della Procura la propria personale vicenda.
Vicenda ormai nota, sulla quale è intervenuto anche il Presidente di Adusbef, Avv. Antonio Tanza “Purtroppo, se tutto dovesse essere confermato, ancora una volta si sarebbe intervenuti quando i buoi sono scappati dalla stalla. Da almeno 6 mesi il fondo americano Quintessential aveva sollevato dubbi sulla società Bio on. L’unica, apprendiamo oggi, a cogliere queste segnalazioni sembrerebbe essere stata la Procura della Repubblica, cui va al momento il ringraziamento per aver intercettato questa denuncia. Il problema però pare atavico, sistemico e sistematico oltre che recidivo: non possiamo ovviamente esprimerci nel merito perché siamo ancora in una fase embrionale delle indagini, ma se fossero confermate le indiscrezioni saremmo di fronte all’ennesimo scandalo finanziario in cui si bruciano euro di incolpevoli cittadini. La catena degli scandali è ormai immensa: solo per ricordare i più importanti crack Parmalat, Cirio, Deiulemar, Banca Etruria, Banca Marche, Veneto banca, Popolare di Vicenza, MPS, Carige etc.. Eppure, in Italia abbiamo una normativa che prevede stringenti controlli: collegi sindacali, società di revisione e Consob. Ancora una volta, se le notizie di stampa saranno confermate, ci troveremmo di fronte all'ennesimo fallimento del sistema di controllo.”
I DELEGATI ADUSBEF DELL’EMILIA ROMAGNA RESTANO A DISPOSIZIONE PER QUALSIASI CHIARIMENTO
Bologna, 12 novembre 2019